giovedì 31 luglio 2008

Riflessioni


LA BIRRA E' LA PROVA
CHE DIO CI AMA
E VUOLE CHE SIAMO FELICI!

mercoledì 30 luglio 2008

Parole senza una meta

Un'estate poco calda.
Strana quest'estate.
Penso che forse dovrei partire, forse dovrei andare un pò più lontano per capire cosa cazzo sta succedendo...
Ma non ho la forza di muovermi perchè forse, in fondo, non c'è niente da capire.
Lo dice anche Baricco... "accadono cose che sono domande. Passa un minuto, oppure anni, e poi la vita ti risponde."
E allora sto aspettando proprio questo. Che la vita mi risponda.
Passeranno giorni, mesi, anni ma io non posso.
Io non posso decidere perchè non sono padrona di quella che a modo mio è "meravigliosa vita".
Lo so che un giorno il puzzle che sto cercando faticosamente di comporre si spezzerà, lo so.
Ma per ora lasciatemi sbagliare, perchè in fondo è quello che ho intenzione di fare.
Lasciatemi.
Sono dannatamente stanca.

martedì 22 luglio 2008

V per Vendetta


Evey: Tu pensi che far saltare in aria il parlamento renderà migliore questo paese?
V: Non vi sono certezze, solo opportunità.
Evey: Beh, puoi essere certo che Creedy incappuccerà chiunque si presenti, dal primo all'ultimo.
V: I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli.
Evey: E tu farai in modo che questo accada facendo esplodere un palazzo?
V: Il palazzo è un simbolo, come lo è l'atto di distruggerlo. Sono gli uomini che conferiscono potere ai simboli. Da solo un simbolo è privo di significato, ma con un bel numero di persone alle spalle fare saltare un palazzo può cambiare il mondo.

venerdì 18 luglio 2008

CLOCKWORK ORANGE

19 luglio 1992 - 19 luglio 2008 PAOLO VIVE!

"La mia vità è qui, e qui combatterò,
per la terra dei miei padri..."

A 16 anni dalla strage di Via d'Amelio.
Per ammirarti, per seguire il tuo esempio, per non dimenticare.
Noi siamo qui.
PAOLO VIVE!


lunedì 14 luglio 2008

«La strage di Bologna, fu un incidente della resistenza palestinese»

Cossiga compie 80 anni:
Moro? Sapevo di averlo condannato a morte

Presidente Cossiga, auguri per i suoi ottant'anni. Lei è sempre malatissimo, e tende sempre a relativizzare il suo cursus honorum "Viminale, Palazzo Madama, Palazzo Chigi, Quirinale" . Eppure la vita le ha dato longevità e potere. Come se lo spiega?
«Ma io sono ammalatissimo sul serio! Nove operazioni, di cui cinque gravi, una della durata di sette ore, seguita da tre giorni di terapia intensiva. Ma resisto. Come si dice in sardo: "Pelle mala no moridi"; i cattivi non muoiono. E io buono non sono. Io relativizzo tutto quello che non attiene all'eterno. E poi, come spiego in un libro che uscirà a ottobre, "A carte scoperte", scritto con Renato Farina, tutte le cariche le ho ricoperte perché in quel momento e per quel posto non c'era nessun altro disponibile. Io uomo di potere? Sempre a ottobre uscirà un altro libro — "Damnatio memoriae in vita" — con tutti gli articoli, lettere e pseudo saggi di insulti e peggio pubblicati durante il mio settennato contro di me da Repubblica ed Espresso ».

A trent'anni dalla morte di Moro, il consulente che le inviò il Dipartimento di Stato, Steve Pieczenick, ha detto: «Con Cossiga e Andreotti decidemmo di lasciarlo morire». Quell'uomo mente? Ricorda male? Ci fu un fraintendimento tra voi? O a un certo punto eravate rassegnati a non salvare Moro?
«Quando, con il Pci di Berlinguer, ho optato per la linea della fermezza, ero certo e consapevole che, salvo un miracolo, avevamo condannato Moro a morte. Altri si sono scoperti trattativisti in seguito; la famiglia Moro, poi, se l'è presa solo con me, mai con i comunisti. Il punto è che, a differenza di molti cattolici sociali, convinti che lo Stato sia una sovrastruttura della società civile, io ero e resto convinto che lo Stato sia un valore. Per Moro non era così: la dignità dello Stato, come ha scritto, non valeva l'interesse del suo nipotino Luca».

Esclude che le Br furono usate da poteri stranieri che volevano Moro morto?
«Solo la dietrologia, che è la fantasia della Storia, sostiene questo. Tutta questa insistenza sulla "storia criminale" d'Italia è opera non di studiosi, ma di scribacchini. Gente che, non sapendo scrivere di storia e non essendo riusciti a farsi eleggere a nessuna carica, scrivono di dietrologia. Fantasy, appunto ».

Quale idea si è fatto sulle stragi definite di «Stato», da piazza Fontana a piazza della Loggia? La Dc ha responsabilità dirette? Sapeva almeno qualcosa?
«Non sapeva nulla e nessuna responsabilità aveva. Molto meno di quelle che il Pci (penso all'"album di famiglia" della Rossanda) aveva per il terrorismo rosso».

Perché lei è certo dell'innocenza di Mambro e Fioravanti per la strage di Bologna? Dove vanno cercati i veri colpevoli?
«Lo dico perché di terrorismo me ne intendo. La strage di Bologna è un incidente accaduto agli amici della "resistenza palestinese" che, autorizzata dal "lodo Moro" a fare in Italia quel che voleva purché non contro il nostro Paese, si fecero saltare colpevolmente una o due valigie di esplosivo. Quanto agli innocenti condannati, in Italia i magistrati, salvo qualcuno, non sono mai stati eroi. E nella rossa Bologna la strage doveva essere fascista. In un primo tempo, gli imputati vennero assolti. Seguirono le manifestazioni politiche, e le sentenze politiche».

Scusi, i palestinesi trasportavano l'esplosivo sui treni delle Ferrovie dello Stato?
«Divenni presidente del Consiglio poco dopo, e fui informato dai carabinieri che le cose erano andate così. Anche le altre versioni che raccolsi collimavano. Se è per questo, i palestinesi trasportarono un missile sulla macchina di Pifano, il capo degli autonomi di via dei Volsci. Dopo il suo arresto ricevetti per vie traverse un telegramma di protesta da George Habbash, il capo del Fronte popolare per la liberazione della Palestina: "Quel missile è mio. State violando il nostro accordo. Liberate subito il povero Pifano"».

C'è qualcosa ancora da chiarire nel ruolo di Gladio, di cui lei da sottosegretario alla Difesa fu uno dei padri?
«I padri di Gladio sono stati Aldo Moro, Paolo Emilio Taviani, Gaetano Martino e i generali Musco e De Lorenzo, capi del Sifar. Io ero un piccolo amministratore. Anche se mi sono fatto insegnare a Capo Marrangiu a usare il plastico».

Il plastico?
«I ragazzi della scuola di Gladio erano piuttosto bravi. Forse oggi non avrei il coraggio, ma posseggo ancora la tecnica per far saltare un portone. Non è difficile: si manipola questa sostanza che pare pongo, la si mette attorno alla struttura portante, quindi la si fa saltare con una miccia o elettricamente... ».

E' sicuro che il plastico di Gladio non sia stato usato davvero?
«Sì, ne sono sicuro. Gli uomini di Gladio erano ex partigiani. Era vietato arruolare monarchici, fascisti o anche solo parenti di fascisti: un ufficiale di complemento fu cacciato dopo il suo matrimonio con la figlia di un dirigente Msi. Quasi tutti erano azionisti, socialisti, lamalfiani. I democristiani erano pochissimi: nel mio partito la diffidenza antiatlantica è sempre stata forte. Del resto, la Santa Sede era ostile all'ingresso dell'Italia nell'Alleanza Atlantica. Contrari furono Dossetti e Gui, che pure sarebbe divenuto ministro della Difesa. Moro fu costretto a calci a entrare in aula per votare sì. E dico a calci non metaforicamente. Quando parlavo del Quirinale con La Malfa, mi diceva: "Io non c'andrò mai. Sono troppo filoatlantico per avere i voti democristiani e comunisti"».

Qual è secondo lei la vera genesi di Tangentopoli? Fu un complotto per far cadere il vecchio sistema? Ordito da chi? Di Pietro fu demiurgo o pedina? In quali mani?
«Credo che gli Stati Uniti e la Cia non ne siano stati estranei; così come certo non sono stati estranei alle "disgrazie" di Andreotti e di Craxi. Di Pietro? Quello del prestito di cento milioni restituito all'odore dell'inchiesta ministeriale in una scatola di scarpe? Un burattino esibizionista, naturalmente ».

La Cia? E in che modo?
«Attraverso informazioni soffiate alle procure. E attraverso la mafia. Andreotti e Craxi sono stati i più filopalestinesi tra i leader europei. I miliardi di All Iberian furono dirottati da Craxi all'Olp. E questo a Fort Langley non lo dimenticano. In più, gli anni dal '92 in avanti sono sotto amministrazioni democratiche: le più interventiste e implacabili».

Quando incontrò per la prima volta Berlusconi? Che cosa pensa davvero di lui, come uomo e come politico?
«Era il 1974, io ero da poco ministro. Passeggiavo per Roma con il collega Adolfo Sarti quando incontrai Roberto Gervaso, che ci invitò a cena per conoscere un personaggio interessante. Era lui. Parlò per tutta la sera dei suoi progetti: Milano 2 e Publitalia. Non ho mai votato per Berlusconi, ma da allora siamo stati sempre amici, e sarò testimone al matrimonio di sua figlia Barbara. Certo, poteva fare a meno di far ammazzare Caio Giulio Cesare e Abramo Lincoln...».

Ci sono accuse più recenti.
«Non facciamo i moralisti. Il premier britannico Wilson fece nominare contessa da Elisabetta la sua amante e capo di gabinetto. Noi galantuomini stiamo con la Pompadour. Quindi, stiamo con la Carfagna ».

Lei non è mai stato un grande estimatore di Veltroni. Come le pare si stia muovendo? Resisterà alla guida del Pd, anche dopo le Europee?
«E che cosa è il Pd? Io mi iscriverei meglio a ReD, il movimento di D'Alema, di cui ho anche disegnato il logo: un punto rosso cerchiato oro. Veltroni è un perfetto doroteo: parla molto, e bene, senza dire nulla. Perderà le Europee, ma resisterà; e l'unica garanzia per i cattolici nel Pd che non vogliono morire socialisti».

Perché le piace tanto D'Alema?
«Perché come me per attaccare i manifesti elettorali è andato di giro nottetempo con il secchio di colla di farina a far botte. Perché è un comunista nazionale e democratico, un berlingueriano di ferro, e quindi un quasi affine mio, non della mia bella nipote Bianca Berlinguer che invece è bella, brava e veltroniana. E poi è uno con i coglioni. Antigiustizialista vero, e per questo minacciato dalla magistratura ».

Cosa pensa dei giovani cattolici del Pd? Chi ha più stoffa tra Franceschini, Fioroni, Follini, Enrico Letta?
«Sono una generazione sfortunata. Il loro futuro è o con il socialismo o con Pierfurby Casini».

Come si sta muovendo suo figlio Giuseppe in politica? E' vero che lei ha un figlio "di destra" e una figlia, Annamaria, "di sinistra"?
«Li stimo molto entrambi. Tutti e due sono appassionati alla politica come me. Mia figlia è di sinistra, dalemiana di ferro, e si iscriverà a ReD. Mio figlio è un conservatore moderno, da British Conservative Party. Io pencolo più verso mio figlio».

E' stato il matrimonio il grande dolore della sua vita?
«Non amo parlare delle mie cose private. Posso solo dire che la madre dei miei figli era bellissima, intelligentissima, bravissima, molto colta. Che ha educato benissimo i ragazzi. E che io l'ho amata molto».

da corriere.it


sabato 12 luglio 2008

Il vescovo di Crotone: "Indispensabili le impronte ai bambini rom"

L’Arcivescovo di Crotone monsignor Domenico Graziani bacchetta Famiglia Cristiana. Come è noto, il prestigioso settimanale Paolino, ha lanciato un servizio molto critico nei confronti dell’iniziativa governativa che propone di prendere le impronte digitali ai bambini di etnia rom presenti in Italia. Monsignor Domenico Graziani, la cui Diocesi si trova in una zona fortemente interessata dal fenomeno immigrazione dissente con garbo dal settimanale.

Eccellenza, il Ministro dell’Interno Maroni chiede di raccogliere le impronte digitali dei bimbi rom presenti in Italia. Il settimanale Famiglia Cristiana è insorto: qual è la sua posizione?
“In linea teorica, ma solo teorica, Famiglia Cristiana parla bene. Ma che ne sanno loro? Nel loro servizio partono dal classico buonismo cattolico autolesionista che alla fine premia giochi o interessi criminali molto più forti e presenti. Il parlare chiaro mi impone poi di dire che da tempo la sinistra cavalca la tigre dell’immigrazione clandestina come strumento di lotta politica e non è giusto speculare su drammi tanto forti e penosi”.
Insomma, Lei è favorevole alla presa delle impronte digitali…
“Nel concreto, si. Ho parlato a lungo con le forze di polizia, con il Prefetto e mi sono fatto un’idea chiara. Le impronte servono per dare un’identità a bimbi che spesso non la hanno. Non possedendo dati documentali si prestano al commercio degli organi, a delitti su commissione da parte di bande di adulti senza scrupoli. Insomma, tutti noi chiediamo collaborazione alla polizia e alle forze dell’ordine, quando qualcuno si muove come ha fatto il Governo, ecco le critiche. È necessario dare un’identità a questi bimbi proprio nel loro interesse e per stroncare traffici criminali”.
Passiamo all’immigrazione clandestina, la Santa Sede si è espressa in senso contrario al reato o all’aggravante, Lei di che opinione è?
“Intanto non mi sembra giusto definirli clandestini, ma irregolari. Ovvio che compito dei cattolici e della Chiesa è quello della solidarietà e dell’accoglienza. Quello dell’immigrazione è un fenomeno disumano, un vero business per pochi delinquenti. Credo che il problema vada risolto con la collaborazione dei Paesi rivieraschi, anche se esprimo la mia solidarietà alle forze di polizia. L’esodo ormai è una isteria di massa e produce guadagni spaventosi per pochissimi. Ne parlo con competenza di causa. Nella mia diocesi esiste un Centro di temporanea accoglienza ormai ingestibile e lancio l’allarme: è una vera bomba ad orologeria, ormai ingestibile”.

giovedì 10 luglio 2008

Un Uomo

Un ruggito di dolore si alzava sulla città, e rintronava incessante, ossessivo, spazzando qualsiasi altro suono, scandendo la grande menzogna. Zi,zi,zi! Vive,vive,vive!
Un ruggito che non aveva nulla di umano.
Il popolo insomma. Quel popoli che fino a ieri t'aveva scansato, lasciato solo come un cane scomodo, ignorandoti quando dicevi: non lasciatevi intruppare dai dogmi, dalle uniformi, dalle dottrine, non lasciatevi turlupinare da chi vi comanda, da chi vi promette, da chi vi spaventa, da chi vuole sostituire un padrone con un nuovo padrone, non siate gregge perdio, non riparatevi sotto l'ombrello delle colpe altrui, lottate, ragionate col vostro cervello, ricordate che ciascuno è qualcuno, un individuo prezioso, responsabile, artefice di sè stesso, difendetelo il vostro io, nocciolo di ogni libertà, la libertà è un dovere, prima che un diritto è un dovere.
Ora ti ascoltavano, ora che eri morto.
[...] E faceva un caldo atroce quel mercoledì 5 maggio 1976, il puzzo dei petali cotti appestava, mi toglieva il respiro quanto la certezza che tutto ciò non sarebbe durato che un giorno, poi il ruggito si sarebbe spento, il dolore si sarebbe dissolto nell'indifferenza: il Potere avrebbe vinto ancora una volta. L'eterno Potere che non muore mai, cade sempre per risorgere dalle sue ceneri.
[...] Poi coloro che chiamavi rivoluzionari del cazzo, futuri seguaci dei fanatici, degli assassini che sparano rivolverate in nome del proletariato e della classe operaia aggiungendo abusi agli abusi, infamie alle infamie, potere essi stessi. E guardali mentre alzano il pugno, gli ipocriti, con le loro barbette da falsi sovversivi, la loro grinta borghese di burocrati a venire, padroni a venire. Infine i preti, sintesi d'ogni potere presente passato e futuro, di ogni prepotenza, di ogni dittatura.
[...] Fu così che viaggiando per sentieri ora limpidi e ora foschi di nebbia, ora aperti al passaggio e ora ostruiti da rovi e liane, le due facce della vita senza le quali non esisterebbe la vita, ricalcando piste a me note perchè le avevamo tracciate insieme o quasi ignote perchè le conoscevo esclusimente attraverso gli episodi che mi avevi narrato, andai alla ricerca della tua fiaba. La solita fiaba dell'eroe che si batte da solo, preso a calci, vilipeso, incompreso.
La solita storia dell'uomo che rifiuta di piegarsi alle chiese, alle paure, alle mode, agli schemi ideologici, aai principi assoluti da qualsiasi parte essi vengano,e predica la libertà.
La solita tragedia dell'individuo che non si adegua, che non si rassegna, che pensa con la propria testa, e per questo muore ucciso da tutti.

mercoledì 9 luglio 2008

Che poi...che sarà mai 'sta rivoluzione?

Ed è proprio in una serata qualunque, epilogo di un periodo di merda, che ci accorgiamo che niente nella nostra vita va bene.
"Oggi inizia la mia rivoluzione".
Ma che vorranno mai dire 'ste parole? Rivoluzione de che?
No ragazzi, non è la rivoluzione di cui sentirete parlare dai vari Marx o Guevara.
E' qualcosa che va oltre...è "una generazione bruciata che sogna di rinascere dalle proprie ceneri".
E' il semplice sfogo di qualcuno che ha deciso che forse è giunta l'ora di riappropiarsi di sè stessi.
Qualcuno che è stufo di dover prendere decisioni in base a canoni prestabiliti.
La rivoluzione dell'anima.
Non chiediamo niente di impossibile, perchè dalla vita abbiamo avuto tutto.
Ma una vita che si davvero NOSTRA...no, quella no. Non l'abbiamo mai avuta.
Sempre influenzate da qualcuno che ci voleva in quel modo: comprensive, pazienti, amiche.
Ma ora chi decide siamo noi.
E adesso...provate a fermarci.


P.S.: sicuramente la diretta interessata capirà che questo post è dedicato a lei. E grazie della riflessione...sono bastate due parole a farmi capire cosa in realtà si dovrebbe fare.
Tu puoi iniziare la tua Rivoluzione. Io no.
Ancora non ne ho il coraggio. Ma forse presto sarò costretta.
Come ho già detto...sono un equilibrio instabile. Sono ogni giorno il contrario del giorno prima.
Chi vuole intendere intenda:D

martedì 8 luglio 2008

Quando il disordine avanza...

L'entropia in un sistema isolato non può diminuire...
Sono un equilibrio instabile.
Una mente con dS>0
Questo è tutto.Che fare?

giovedì 3 luglio 2008

MEME

COSA STAI FACENDO? Heart of Glass_Blondie
COME TI SENTI OGGI? Il tempo delle cattedrali_Riccardo Cocciante
COM’E’ LA TUA VITA IN QUESTO PERIODO? Falsi eroi_GDV
COSA TI ASPETTA DOMANI? I consigli di un pirla_Articolo 31
COS’HAI IN PROGRAMMA PER QUESTO WEEKEND? Il mio nome è mai più_Jovantti,Pelù,Liga
STILE DI VITA? Pensieri e parole_Lucio Battisti
QUAL E’ IL TUO PIU’ GRANDE SEGRETO? Spirale ovale_Articolo 31
CHE RAPPORTO HAI CON LA TUA FAMIGLIA? Dio è morto_Francesco Guccini
CHE RAPPORTO HAI CON GLI AMICI? El tango de Roxenne
CON L’ALTRO SESSO? Sola_GDV
CON IL MONDO? Nostalgia canaglia_Albano&Romina
COM’E’ LA TUA VITA AMOROSA IN QUESTO MOMENTO? Rewind_Vasco Rossi
COME SARA’ DOMANI? Faccetta nera
LA GENTE SEGRETAMENTE TI BRAMA? What I've done_Linking Park
COM’ERA LA TUA INFANZIA? Quelli che_GDV
I TUOI GIORNI DI LICEO? Baby beat box_Stylophonic
QUAL E’ LA CANZONE ADATTA AL TUO MIGLIORE AMICO? Noi no_Articolo 31
QUAL E’ LA CANZONE DEL TUO PEGGIOR NEMICO? Only time_Enya
QUAL E’ LA COSA PIU’ BELLA DEI TUOI AMICI? Gente che spera_Articolo 31
COME TI CONSIDERA LA TUA FAMIGLIA? Bella_Riccardo Cocciante
GLI AMICI? My angel Gabriel_Lamb
L’ALTRO SESSO? Gli anni_883
COME TI VEDI TU? Gli uomini non cambiano_Mia Martini
COM’E’ LA TUA PERSONALITA’? Don't cry for me Argentina
LA TUA FILOSOFIA DI VITA? Due su due_Articolo 31
COME GUIDI? Hotel Californi_Eagles
IL TUO TIPO IDEALE? Rise up_Yves Larock
SE UN CAMIONISTA TI OFFRISSE UNA CARAMELLA CHE FARESTI? Zombie_Cranberries
IL PAZZO ALLA FERMATA DEL BUS TI DICE? Sally_Vasco Rossi
TI SPOSERAI? Sweet Dreams_Marylin Manson
CHE CANZONE SUONERA’ AL TUO MATRIMONIO? Dicembre degli Aranci_Mango
AVRAI FIGLI? Vivo per lei_Andrea Bocelli
AVRAI UNA VITA FELICE? Povera Patria_Franco Battiato
COME MORIRAI? Another Brick in the wall_Pink Floyd

Rivolta generazionale!

Rivolta generazionale!