venerdì 27 febbraio 2009

Lettera

I personaggi che qui compariranno non sono frutto della fantasia del tastierista, ma parte e persona integrante della società. In questo caso, in questa lettera la Giustizia scrive ad uno dei suoi più cari amici,che non vede e non sente da tempo, così con l'animo colmo di triste realta' gli chiede di donargli un ricordo di ridargli indietro la sua forza ed il suo coraggio.

"Carissimo Paolo, tempo non passa senza che il tuo pensiero mi laceri dentro. Ti scrivo perché non ho piu' il bisogno di stare in silenzio, anzi, vorrei urlare, dichiararmi libera, onesta. Ma sai.. quando sei partito quel giorno, con tutta la tua fretta, che per la prima volta non fu cattiva consigliera, non ebbi il modo di conservarti, non ebbi il modo di stringerti e di portarti con e dentro di me. Che nemmeno il tempo di una tua sigaretta mi ricorda il distacco frettolloso e sbrigativo che a quel tempo volevi. E ripetevi "ho fretta, fretta". Ed ora che mi racconti, ora che la calma ti fa da padrona, tu che padroni non hai mai avuto. Come stai? Vuoi che ti racconti quello che dopo di te, e con te, e per te, e contro di te è accaduto nella tua terra? La tua vecchia amica vuole raccontarti tutto, con tutta calma però, non c'è fretta nel raccontarti la non libertà, non c'è fretta di raccontarti ciò che di me hanno fatto, quante umiliazioni caro Paolo, lo so,lo so non era così che mi avevi lasciata. Eri pieno di speranze, fiducia, coraggio, ma non ce l’ho fatta. Adesso mi trattano come la prima foglia che d'autunno cade, se sono a terra nessuno mi coglie, anzi mi pestano. Lo so non aver sconcerto per quello che ti dico, tu sai, non fare finta di niente, hai sempre saputo. Lo so non guardarmi con gli occhi da siciliano disperso a fare la sentinella in mezzo al mare, il tuo faro che prima illuminava, in questo momento lo stanno riparando. Caro Paolo, non ti so dire per quale mano verrà riparato, ma sai la mano dell'uomo fa prima a chiudersi che ad aprirsi, per cui ciò che stringe non apre, ma chiude. Paolo, Paolo, Paolo, Paolo, Paolo, voglio chiamarti, il tuo nome mi restituisce dignità, mi ridà le braccia per uscire dalla fogna. E sì che di fogna ne è venuta a galla...quanta acqua sporca Paolo, che dici...lo sapevi? L'hai sempre detto! Sono inseguita da un rammarico, quando sei partito ti avevo promesso tanto, ma come una pecorella mi sono smarrita. E che non so più dove girarmi, dove ritrovarmi, a volte la mia esistenza si frantuma dinnanzi alla tua. Non credo di meritarti, non ritrovo la dignità che tu e chi prima di te mi ha lasciato. Si Paolo, fatti raccontare che tanta gente è finita dove tu speravi, ma non era speranza era sete, avevi sete di me. Tu non ti sei mai rifiutato di bere al mio tavolo, mai e ti dissetavi anche quando acqua non c'era, anche quando io mi nascondevo e tu lì bambino curioso che cercavi, cercavi, cercavi e nel non trovare, non rinunciavi mai. Ed io non voglio rinunciare a te Paolo. Per questo ti scrivo con accorato dolore che ho bisogno di te, "ho bisogno della tua presenza, per capire meglio la mia essenza" (F. Battiato) Come una madre ad un figlio ti rivolgo una preghiera, non lasciare che la madre sia carnefice e non lasciarmi come pasto dato ai maiale. Ridammi il tuo pensiero Paolo, la tua forza e le tue mani. Lascia fumare ancora la tua bocca, lascia trapelare la luce che di un cammino oscuro, non necessita ma che è il cammino stesso. Mille nomi hanno accompagnato questi miei anni, e tanta storia corre sotto i ponti di questo paese oramai violentato nella sua intimità. Poca memoria, a volte, pochi ricordi, ciò che è bene si dimentica, ciò che è male viene fuori al primo sole. Ma non pensare che io mi sia arresa, se ti scrivo e perché ancora qualcuno crede in te, perché nel tuo lavoro ha visto la vita, perché del tuo viaggio ne' fa valigia, crede. Ci credono tanti ragazzi della tua terra, tanti ragazzi che il tuo nome unisce in un solo ed unico sogno: farmi rinascere. Perché, Paolo, anche io mi sento come un morto che cammina, annaspo, faccio fatica ad aprire gli occhi,e la mia malattia non trova guarigione, finché i potenti mi useranno come si usa il maiale una volta scannato: non si butta via niente, ma una volta finito, non rimane che la pancia gonfia ed il rigetto istantaneo. No, non mi arrendo, te l’ho promesso, Paolo, e voglio che il tuo nome in questa lettera diventi ossessione, diventi il mio occhio più lucido, vorrei che il tuo nome diventasse la coscienza che ora so di non possedere. Voglio vivere, voglio camminare a testa alta, essere orgogliosa. Sono io la responsabile del tuo viaggio, ti ho mandato così lontano. ma la tue parole colmano il vuoto di tante persone a me vicine. E non dimentico, Paolo, ricordo, ricordo, ricordo. Farò di te la mia speranza, però ti chiedo ancora uno sforzo. Chi ti ha ucciso, mi ride in faccia, mi riempi di sberleffi, mi dichiara illusa e senza nessun motivo di esistere. A volte divento solo un "CASO".. quando qualcuno come te, cerca di farmi rivivere, c'è sempre un altro pronto a gambizzarmi ed io rimango in questa sedia a rotelle, ho le braccia forti, ma stanche, ho bisogno che uno, nessuno e centomila, ritornino a spingermi! Non so se sei felice di quello che vedi, ti stiamo deludendo vero? Puoi dirmelo, ancora di me ti puoi fidare. Capisco dai tuoi occhi, vivi come non mai. Non chinare il capo, almeno tu, non farlo dinnanzi a me, sono io che vengo verso le tue idee, sono io che avvicino le tue mani sul mio capo. Va bene, fuma di nuovo, ma non avere fretta questa volta, nessuno ti insegue, sono io, la Giustizia che attende il tuo ritorno, perché prima o poi i figli prediletti ritornano sempre alla casa natia. La Giustizia finisce qui di scrivere al suo vecchio caro amico, con la speranza che chi oggi occupa il tuo posto, possa avere un minimo di coscienza, e se non l’ha mai avuta di cambiare, di schierarsi con il nemico, perché come le navi hanno le rotte per non scontrarsi in mezzo al mare, così gli uomini scelgono il proprio cammino, o da una parte o dall'altra, la confusione di tanti personaggi genera solo la collisione e la giustizia finisce, come le navi senza rotta, alla deriva. La mia giovinezza non fu che una oscura tempesta, traversata qua e là da soli risplendenti; tuono e pioggia l’hanno talmente devastata che non rimane nel mio giardino altro che qualche fiore vermiglio. Ecco, ho toccato ormai l'autunno delle idee, è ora di ricorrere al badile e al rastrello per rimettere a nuovo le terre inondate in cui l'acqua ha aperto buchi larghi come tombe. E chissà se i fiori nuovi che vado sognando troveranno, in un terreno lavato come un greto, il mistico alimento cui attingere forza... O dolore, o dolore, il Tempo si mangia la vita e l'oscuro Nemico che ci divora il cuore cresce e si fortifica del sangue che perdiamo. .. ma il tuo sangue perduto, Paolo, non cessa di fortificare il nostro terreno!

Graziella Balestrieri

Azione Giovani Crotone

domenica 22 febbraio 2009

AVANTI COMUNITA'!

Nella giornata di Venerdì 20 febbraio si è svolto nella federazione di Alleanza Nazionale, il congresso provinciale di Azione Giovani Crotone, che ha determinato l'elezione all'unanimità di Fabio Federico come nuovo presidente provinciale del movimento.
Umberto Caputo, presidente provinciale uscente, è intervenuto nella prima parte dell'assemblea sottolineando il suo percorso politico all'interno di Azione Giovani e ricordando la sua esperienza alla guida di questa comunità.
In seguito alla proclamazione del neo presidente provinciale, si è dato inizio ad un ampio dibattito che ha coinvolto la maggior parte dei presenti. Si è discusso delle principali problematiche che interessano la provincia di Crotone, dalla sicurezza al problema delle infrastrutture, sottolineando l'incapacità di amministrazione delle nostra classe dirigente e gettando le basi per affrontare con intraprendenza e voglia di cambiamento le imminenti elezioni provinciali.
Il dibattito si è concluso con l'intervento di Gianfranco Turino, componente dell'Esecutivo nazionale di Azione Giovani, che ha sottolineato il ruolo importante che il nostro movimento giovanile deve giocare in un momento così drammatico per la città di Crotone.
Nel corso del congresso sono giunti i saluti del coordinatore regionale Daniele Romeo, che ha approfittato del momento per annunciare la nomina di Umberto Caputo a vice coordinatore regionale e del presidente nazionale di Azione Giovani Giorgia Meloni.
Rinnoviamo gli auguri di buon lavoro al nuovo presidente provinciale Fabio Federico, certi delle sue capacità e spinti da un forte bisogno di cambiamento, continueremo a lottare per restituire dignità a questo territorio.
Il domani ci appartiene!

Rivolta generazionale!

Rivolta generazionale!